Il Regno Unito non regolerà l’IA nel prossimo futuro, afferma il ministro.

Il Regno Unito non regolerà l'Intelligenza Artificiale nel prossimo futuro, conferma il ministro.

Il Regno Unito non ha intenzione di introdurre alcuna regolamentazione sull’IA nel prossimo futuro, a differenza degli sforzi legislativi rigorosi dell’UE e della Cina.

Durante una conferenza del Financial Times giovedì scorso, il primo ministro del Paese per l’IA e la proprietà intellettuale, il Visconte Jonathan Camrose, ha confermato le preoccupazioni del governo riguardo alla regolamentazione che limita la crescita e ha dichiarato che una legge britannica sull’intelligenza artificiale non sarà introdotta “nel breve termine”.

Pur astenendosi dal criticare gli approcci di altre nazioni, ha notato che “esiste sempre il rischio di una regolamentazione prematura”, che potrebbe fare più male che bene, “soffocando l’innovazione”.

Le dichiarazioni non sorprendono e sono in linea con la visione complessiva del Regno Unito di trasformarsi in un Paese ed un’economia abilitata dall’IA.

In una white paper pubblicata a marzo, i funzionari hanno già espresso una chiara agenda a favore dell’innovazione, sottolineando che un approccio pesante e rigido rallenterebbe l’adozione dell’IA.

“Per assicurare che diventiamo una superpotenza dell’IA, è cruciale fare tutto il possibile per creare l’ambiente giusto per sfruttare i benefici dell’IA e rimanere all’avanguardia dei progressi tecnologici”, ha scritto Michelle Donelan, Segretaria di Stato per la Scienza, l’Innovazione e la Tecnologia, nel documento. “Ciò include fare la regolamentazione corretta in modo che gli innovatori possano prosperare e i rischi rappresentati dall’IA possano essere affrontati”.

Il Regno Unito ha inoltre istituito un’apposita task force sull’IA per potenziare lo sviluppo di modelli fondamentali, mentre Rishi Sunak si è “alleato con i grandi della tecnologia” e ha ottenuto “accesso anticipato” ai modelli di DeepMind, OpenAI e Anthropic.

Nel frattempo, l’UE, gli Stati Uniti e la Cina si stanno avvicinando a una regolamentazione basata sul rischio. Resta da vedere se l’ambiente regolatorio poco rigoroso voluto dal Regno Unito riuscirà a trovare il giusto equilibrio, soprattutto in mezzo alle ricorrenti richieste di garantire adeguate protezioni regolatorie prima che sia troppo tardi.