OpenAI affronta proteste Dovremmo premere il pulsante di pausa sull’Intelligenza Artificiale?

I dipendenti di OpenAI di fronte a una protesta che chiede di fermare il lavoro sull'IA militare e sull'Intelligenza Artificiale Generale

Il personale di OpenAI si trova di fronte a proteste che chiedono di smettere di collaborare con il Pentagono.

Logo di OpenAI su uno schermo del laptop

OpenAI, l’organizzazione leader nei sistemi avanzati di intelligenza artificiale (AI), ha affrontato una protesta mentre il suo personale lasciava il lavoro lunedì sera. Due gruppi, Pause AI e No AGI, hanno chiesto ai lavoratori di interrompere il loro lavoro su sistemi AI come ChatGPT. I gruppi sono preoccupati per i rapidi progressi dell’AI e il pericolo potenziale che superi il controllo umano, nonché per la cooperazione con le autorità militari.

Decine di manifestanti si sono radunati presso la sede di OpenAI a San Francisco, esprimendo le loro preoccupazioni sullo sviluppo e l’uso dell’AI. Vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi legati alla costruzione di un’intelligenza artificiale generale (AGI) e fare appello a una pausa globale nello sviluppo dell’AGI fino a quando non saranno garantite le condizioni di sicurezza. Questi gruppi si oppongono specificamente alla partnership di OpenAI con il Pentagono per lavorare sugli strumenti di cybersecurity.

Gli organizzatori della protesta, Sam Kirchener di No AGI e Holly Elmore di Pause AI, hanno sottolineato le loro preoccupazioni. Kirchener ha argomentato che invece di concentrarsi sull’AGI, dovremmo esplorare tecnologie come l’emulazione dell’intero cervello, che dà priorità al pensiero umano. Elmore ha sottolineato l’importanza di porre fine alla relazione di OpenAI con il militare, stabilendo confini chiari.

La causa delle proteste di OpenAI

La recente incursione di OpenAI nel campo militare ha suscitato una significativa controversia. L’azienda ha modificato la sua politica di utilizzo per escludere i dettagli delle applicazioni militari, seguita poco dopo dalla conferma della partnership con il Pentagono sugli strumenti di cybersecurity[^1^][^3^]. Tale mossa solleva interrogativi sul possibile abuso della tecnologia AI a fini militari.

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha precedentemente messo in guardia sui pericoli dell’AI a causa di “mancati allineamenti nella società”[^2^]. Altman sostiene la creazione di un organo di regolamentazione universale per l’AI, un sentimento condiviso da Holly Elmore di Pause AI, che ritiene che l’autogoverno sia insufficiente per queste aziende[^2^]. Kirchener ha anche messo in guardia sui potenziali conseguenze degli sviluppi tecnologici incontrollati, suggerendo che il focus dovrebbe essere sulla preservazione delle dinamiche umane.

Sia Pause AI che No AGI condividono preoccupazioni sullo sviluppo e l’uso sicuro di nuove tecnologie, sebbene con prospettive leggermente diverse. Mentre Pause AI cerca pratiche di sviluppo più sicure, No AGI ritiene che l’AGI dovrebbe essere interrotto del tutto.

Manifestanti radunati fuori dalla sede di OpenAI

Q&A: Affrontare le preoccupazioni dei lettori

D: Cosa si intende per intelligenza artificiale generale (AGI)?

A: L’intelligenza artificiale generale si riferisce a sistemi altamente autonomi che superano gli esseri umani nella maggior parte del lavoro economicamente

Riferimenti

  1. OpenAI modifica la politica di utilizzo per escludere le applicazioni militari
  2. L’avvertimento di Sam Altman sui pericoli dell’IA
  3. OpenAI collabora con il Pentagono per strumenti di cybersecurity

Graeme Hanna è uno scrittore freelance a tempo pieno con una vasta esperienza nella scrittura di notizie online e contenuti. Ha contribuito come scrittore per pubblicazioni come The Glasgow Times, Manchester Evening News, MyLondon, Give Me Sport e il Belfast News Letter. Hanna ha una solida esperienza nei servizi professionali e attualmente lavora come scrittore di notizie collaborativo presso ENBLE.com, specializzandosi in avvincenti storie di tecnologia[^5^].

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