L’UE si astiene dal divieto di investire nella tecnologia cinese – per ora

L'UE non vieta gli investimenti nella tecnologia cinese - per ora.

La giornata successiva alla presentazione dell’ordine esecutivo da parte del presidente degli Stati Uniti Biden, volto a limitare gli investimenti in determinati settori tecnologici in Cina, è stata contraddistinta da reazioni caute sia da parte dei decisori politici che della comunità imprenditoriale.

Il governo del Regno Unito ha dichiarato mercoledì mattina che la decisione fornisce “chiarezza” sull’approccio del suo stretto alleato. Inoltre, ha affermato che “valuterà attentamente queste nuove misure” mentre continua a valutare eventuali implicazioni per la sicurezza nazionale.

Nel frattempo, l’Unione Europea è stata solo marginalmente meno ambigua nella sua risposta. Nel pomeriggio, la Commissione ha dichiarato di essere “in stretto contatto” con la Casa Bianca. Tuttavia, non vi era alcuna indicazione che il blocco stesse cercando di emulare le stesse misure in tempi brevi.

“Studieremo attentamente l’Ordine Esecutivo”, ha dichiarato la Commissione in una nota condivisa con Reuters. “Siamo in stretto contatto con l’amministrazione degli Stati Uniti e ci aspettiamo una cooperazione continua su questo argomento.”

Ha inoltre aggiunto di riconoscere l’importanza dell’argomento e che l’UE e i suoi Stati membri hanno un interesse comune nel prevenire che capitale e competenze alimentino le capacità militari e di intelligence di “attori che potrebbero utilizzarle per minare la pace e la sicurezza internazionale.”

Bilanciare l’atto commerciale tecnologico

Bruxelles ha esplorato i propri modi per limitare il flusso di tecnologia verso la Cina, adottando un controllo sulla sicurezza economica con controlli sulle esportazioni più rigorosi a giugno. Tuttavia, essendo la Cina il principale partner commerciale dell’UE, si tratta di un campo difficile da navigare.

Se gli anni di contese sulla tecnologia dei semiconduttori hanno dimostrato qualcosa, è la prontezza di Pechino a reagire a ciò che percepisce come un “bullismo tecnologico”. Le restrizioni cinesi sulle esportazioni di terre rare minacciano non solo l’industria emergente della produzione di chip in Europa, ma persino la transizione verde dell’UE nel suo complesso.

I mercati sembrano non essere particolarmente turbati dall’ordine esecutivo, che vieta nuovi investimenti in capitale privato, venture capital e joint venture nei settori dei semiconduttori avanzati e della microelettronica, della tecnologia quantistica e di determinati sistemi di intelligenza artificiale.

Tuttavia, gli investitori statunitensi hanno sollevato preoccupazioni specifiche riguardo a una possibile risposta di ritorsione da parte della Cina. Infatti, l’UE potrebbe scegliere di non adottare misure concrete, aspettando di vedere quali saranno le conseguenze dell’ultima mossa degli Stati Uniti nella sua complicata relazione con la Cina.