Gli influencer hanno reso i social media un mercato in pieno boom per i beni contraffatti

Influencer hanno reso social media mercato boom beni contraffatti.

Gli influencer dei social media stanno facilitando il commercio di beni contraffatti, secondo una nuova ricerca dell’Università di Portsmouth.

Dopo aver analizzato i sondaggi di 2000 persone nel Regno Unito, il team di studio ha scoperto che circa il 22% dei consumatori attivi sui social media ha acquistato prodotti contraffatti promossi dagli influencer. I ricercatori ritengono che si tratti della prima stima di questo tipo. Avvertono che i contraffattori sfruttano la popolarità degli influencer per vendere prodotti dannosi.

“I prodotti contraffatti feriscono e uccidono centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo”, ha dichiarato il dottor David Shepherd, autore principale dello studio. “Le condizioni di lavoro nelle fabbriche di prodotti contraffatti sono insicure, con salari di sussistenza. Non lasciatevi ingannare dagli influencer dei social media.”

Il loro fascino dubbio è particolarmente attraente per i giovani e per i maschi. Secondo lo studio, le persone tra i 16 e i 30 anni sono tre volte più propense a acquistare prodotti contraffatti promossi rispetto a coloro che hanno tra i 34 e i 60 anni. I maschi, invece, rappresentano il 70% di tutti gli acquirenti.

I ricercatori attribuiscono queste inclinazioni a specifiche caratteristiche.

I consumatori tendevano ad avere una bassa consapevolezza del rischio, un’elevata propensione al rischio e una tendenza a giustificare moralmente gli acquisti contraffatti, a causa di fattori come i prezzi elevati dei marchi autentici. Avevano anche una maggiore vulnerabilità all’influenza. Gli acquirenti di prodotti contraffatti promossi erano due volte più suscettibili all’influenza degli amici e dei social media.

“Il commercio sociale è la nuova frontiera del marketing, e gli influencer dei social media sono i nuovi nobili”, ha dichiarato il professor Mark Button, coautore dello studio. “I consumatori in questo mercato spesso si affidano a raccomandazioni remote di terze parti, e questi influencer hanno sempre più sostituito le valutazioni di rischio di acquisto dei clienti.”

Sebbene la nuova ricerca copra solo il Regno Unito, i risultati evidenziano un problema internazionale.

Gli influencer e il commercio elettronico hanno trasformato i social media in un catalogo globale per beni contraffatti, con profonde implicazioni sociali ed economiche. Secondo uno studio dell’Ufficio per la proprietà intellettuale dell’UE, le contraffazioni come borse, abbigliamento e apparecchiature elettriche costano all’Unione europea 60 miliardi di euro e causano la perdita di 434.000 posti di lavoro ogni anno.

“Questo studio solleva serie preoccupazioni sull’impatto del marketing deviante degli influencer sul comportamento dei consumatori, in particolare tra le fasce vulnerabili”, ha detto Button. “È fondamentale che i marchi, i regolatori e le forze dell’ordine intervengano e interrompano le attività di questi influencer illeciti e delle reti che li sostengono.”

Potete leggere lo studio in open-access sul Journal of Deviant Behaviour.