Piano del Regno Unito per guidare nell’intelligenza artificiale generativa ‘irrealistico’, affermano i ricercatori di Cambridge

Progetto del Regno Unito per promuovere la leadership nell'intelligenza artificiale generativa 'fantascientifica', affermano gli esperti di Cambridge

L’obiettivo del governo britannico di trasformare il Regno Unito in un leader globale nello sviluppo di un AI generativo è “irrealistico”, sostengono i ricercatori dell’Università di Cambridge.

Secondo il rapporto associato, il paese manca sia degli investimenti di capitale necessari che della potenza di calcolo per costruire un AI generativo abbastanza veloce da competere con giganti tecnologici come Microsoft, Google e OpenAI.

“Il Regno Unito non ha aziende abbastanza grandi per investire in modo significativo nello sviluppo del modello di base”, ha dichiarato Sam Gilbert, coautore del rapporto. “La spesa statale per la tecnologia è modesta rispetto a Cina e Stati Uniti, come abbiamo visto nell’industria dei chip nel Regno Unito”.

Ad esempio, mentre il costo di elaborazione di ChatGPT è stimato a 40 milioni di dollari (£33) al mese, la nuova Frontiera AI Taskforce del governo ha allocato un budget iniziale di £100 milioni ($121 milioni) per lo sviluppo di un AI di produzione interna.

Il rapporto ha inoltre evidenziato che, nonostante il ruolo cruciale dell’hardware di calcolo, il Regno Unito non ospita alcun cluster importante di unità di elaborazione grafica (GPU) necessarie per gestire grandi quantità di dati per i modelli di machine learning. Nel frattempo, i ricercatori non si aspettano che il supercomputer di Bristol dedicato alla ricerca su AI da 900 milioni di sterline sia operativo prima del 2026.

Chiamata a nuovi obiettivi di AI (e realizzabili)

I ricercatori sostengono che il Regno Unito ha ancora la possibilità di essere un leader globale, ma in un modo diverso da quello immaginato dal governo. E ciò può avvenire “effettivamente integrando queste tecnologie AI nell’economia”, ha detto Diane Coyle, professore Bennett di politica pubblica all’Università di Cambridge.

Ciò significa utilizzare i punti di forza del paese nella cybersicurezza, nel fintech e nell’healthech per sviluppare software e, di conseguenza, concentrarsi sull’utilizzo di un AI generativo per applicazioni reali. Tuttavia, il rapporto avverte che ci sono due elementi mancanti perché questo piano abbia successo.

Prima di tutto, vi è la necessità di offrire incentivi fiscali alle aziende che sviluppano servizi basati su AI o che includono AI generativo nelle loro operazioni. Ad esempio, potrebbe assumere la forma di uno schema di investimento aziendale iniziale migliorato per aumentare l’offerta di capitale per le startup AI.

Inoltre, i ricercatori hanno sottolineato l’importanza di una nuova regolamentazione “solida dal punto di vista legale ed etico” sull’AI per favorire la fiducia pubblica e aziendale.

“L’approccio attuale del Regno Unito alla regolamentazione dell’AI generativa si basa su un insieme di principi vaghi e volontari che fanno riferimento a sicurezza e trasparenza”, ha detto la dott.ssa Ann Kristin Glenster, coautrice del rapporto.

“Il paese potrà trarre solo vantaggi economici dall’AI se la tecnologia potrà essere fidata e ciò potrà essere garantito solo attraverso una legislazione e una regolamentazione significative”.